Il Sole 24Ore

8 agosto 2017

Francesca Milano, Giovanni Negri

Possibile effetto domino per il riconoscimento dell’equo compenso ai professionisti. Dagli avvocati ad altre categorie. Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, intervenendo al termine del Consiglio dei ministri che ieri ha approvato il testo del disegno di legge a favore dei legali nei rapporti con i clienti forti, sottolinea che «si tratta di novità attese da tempo soprattutto dai giovani, sottoposti a una sorta di caporalato intellettuale. Inoltre si apre la strada per un ragionamento che riguarda anche altre professioni». (...)

Dal presidente della commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi, arriva l’invito a «collegare» il Ddl relativo agli avvocati al disegno di legge dedicato a una remunerazione proporzionata di tutte le prestazioni professionali di cui è già iniziato l’esame. E anche il presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri, Armando Zambrano, confida che prima o poi si mettano insieme le proposte. «Bisogna superare l’ipocrisia che nei preventivi non si possa fare riferimento ad alcuna tariffa - spiega -, un riferimento è necessario per il committente che deve districarsi nel mercato». Ma la verità è che un riferimento è necessario anche per il professionista: «L’abolizione delle tariffe ha portato a ribassi eccessivi e ha peggiorato la qualità delle prestazioni», ammette Zambrano. (...)

Secondo Massimo Crusi, coordinatore del dipartimento riforme e politiche per la professione del Consiglio nazionale degli architetti, l’abolizione delle tariffe ha fallito: «Si credeva che il mercato si sarebbe autoregolamentato - spiega - ma così non è stato. Adesso è urgente introdurre l’equo compenso: non è un capriccio delle categorie ma un’esigenza della società». 

 

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