Il Sole 24Ore 
10 maggio 2017
Federica Micardi

 

Per incassare 35 milioni nel 2017 e 70 milioni dal 2018 si rischia di mettere in crisi il mondo delle professioni. Sono queste le cifre legate all’estensione dello split payment alle professioni(cioè il pagamento della fattura senza l’Iva da parte delle pubbliche amministrazioni, delle loro controllate e delle società quotate). E sono cifre note al legislatore che le ha espressamente indicate nella relazione tecnica alla manovrina. Questo meccanismo, introdotto in Italia nel 2015 per arginare l’evasione fiscale, all’origine aveva escluso i professionisti perché già soggetti alla ritenuta del 20 per cento. 

Il problema riguarda tutte le professioni in maniera trasversale e la “giustificazione” della lotta all’evasione non convince.

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Ingegneri e architetti sono invece preoccupati dall’ingresso nel mercato privato delle società di ingegneria. «Questa apertura – spiega il presidente del consiglio nazionale degli ingegneri Armando Zambrano – introduce una distorsione nel mercato perché può aprire l’accesso a soggetti diversi come gli istituti di credito, condizionando anche mutui e finanziamenti». «Le società di ingegneria – aggiunge Massimo Crusi tesoriere del Consiglio nazionale degli architetti – non sono iscritte all’Ordine, hanno un regime fiscale diverso e non versano alla Cassa di previdenza. Inoltre il Ddl introduce anche una sanatoria per il passato». In pratica una distorsione con effetto retroattivo. 

 

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