la Repubblica - Torino
11 dicembre 2015
Gabriele Guccione

 

Il teatro nel Maneggio Reale, l’ostello della gioventù nella Manica del Mosca, una galleria centrale per le mostre temporanee del Polo Reale, i giardini del bastione di San Maurizio trasformati in grande orto urbano, l’aula studio e le residenze universitarie in via Verdi, le “case bottega” per i giovani creativi alle “Pagliere” bruciate due estati fa: nel piano per la rinascita della Cavallerizza Reale c’è tutto.

O meglio: tutto meno gli alloggi di lusso che gli occupanti “benecomunisti” paventavano, accusando il sindaco Piero Fassino di voler privatizzare il complesso parte del sito dichiarato Patrimonio dell’umanità dall’Unesco. «Niente residenze private» sono state invece le parole d’ordine attorno alle quali è stato partorito il masterplan redatto dalla Homers dell’architetto Matteo Robiglio e dagli economisti di Equiter.

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Il primo passo costerà al Comune una cifra attorno al milione e mezzo di euro e sarà la “decartolarizzazione” del Maneggio Reale, che diventerà un teatro affidato allo Stabile, ma anche al Regio per le prove. All’attuale facciata incompiuta della scuderia è previsto che venga addossata una nuova struttura, moderna, per cui l’Ordine degli Architetti bandirà un concorso di progettazione, che serva da foyer e da locale tecnico per il teatro. Non sarà, però, l’unica “aggiunta” moderna alla Cavallerizza: anche sulla cosiddetta “Rotonda”, lo snodo centrale su cui si innestano i quattro bracci dell’isolato, si immagina di creare una sopraelevazione che riprenda il padiglione- lanterna disegnato ma mai realizzato da Castellamonte.

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