Il Sole 24Ore 
18 maggio 2017
Giorgio Gavelli

 

Dal 2017 artisti e professionisti possono dedurre integralmente, ai fini della formazione del reddito, le spese di aggiornamento professionale, comprese quelle di viaggio e soggiorno, nei limiti di 10mila euro annui.

La modifica normativa, contenuta all’articolo 9, comma 1, del Jobs act autonomi, in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, non specifica cosa accade ai costi che eccedono tale limite, vale a dire se vige un sistema di deducibilità parziale o di indeducibilità integrale; essendo la norma previgente completamente riscritta è probabile che si applichi la seconda soluzione. Tuttavia, l’effetto per i titolari di reddito di lavoro autonomo è sicuramente positivo, anche perché il “tetto” annuale non sembra eccessivamente limitato.

Fino al 2016 (e, quindi, anche per le dichiarazioni in corso), il testo dell’articolo 54, comma 5, del Tuir prevedeva una deducibilità limitata al 50% per le «spese di partecipazione a convegni, congressi e simili o a corsi di aggiornamento professionale, incluse quelle di viaggio e di soggiorno», forfetizzando quindi sempre l’inerenza. Si trattava di una disposizione particolarmente irrazionale, in particolare in considerazione dell’obbligo deontologico all’aggiornamento che grava oramai su quasi tutte le categorie di professionisti.

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