edilportale.com 
23 marzo 2017
Alessandra Marra

 

“Bisogna precisare quali attività relative al Sismabonus rientrino nelle competenze delle rispettive categorie professionali in modo da non lasciare adito a fraintendimenti o dubbi interpretativi”.

Questa la richiesta del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori Paesaggisti e Conservatori (CNAPPC) in merito all’estensione di competenze nella attività di classificazione sismica prevista dal Decreto correttivo 65/2017 che modifica il DM 28 febbraio.

Sismabonus: guerra di competenze

Secondo il Presidente del CNAPPC, Giuseppe Cappochin “saranno i cittadini delle regioni colpite dal sisma a pagare le conseguenze delle modifiche apportate al Sismabonus. La scomparsa del riferimento ai titoli di studio in ingegneria o architettura necessari per esercitare queste prestazioni e di una chiara definizione delle professionalità deputate a volgerle, lasciano spazio ad una generica estensione di competenze molto poco chiara e che causerà sicuramente controversie e contenziosi  che saranno di intralcio alle attività di ricostruzione”.

(...)

Sismabonus: chiarire le competenze

Per queste ragioni gli Architetti chiedono di “varare una nuova e specifica normativa, precisando quali attività relative al Sismabonus rientrino nelle competenze delle rispettive categorie professionali per non lasciare adito a fraintendimenti e dare spazio a dubbi interpretativi”.

 

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Sismabonus, gli architetti: “Estensione di competenze a discapito dei cittadini”

architetto.info
23 marzo 2017

Dopo il Consiglio nazionale ingegneri, anche il Consiglio nazionale degli Architetti, Pianificatori Paesaggisti e Conservatori prende posizione sulla correzione del decreto Mit che ha eliminato i requisiti delle lauree in ingegneria e architettura per operare ai fini del Sismabonus.

Per Giuseppe Cappochin, presidente Cnappc:

Leggi anche Ricostruzione, i tecnici contro l’apertura alle società di ingegneria per gli incarichi privati Sisma e ricostruzione: Com’era, dov’era, una storia che si ripete?

“Una volta di più saranno i cittadini delle regioni colpite dal sisma a pagare le conseguenze delle modifiche apportate al “Sisma Bonus” relativo alla classificazione del rischio sismico delle costruzioni nonché alle modalità per l’attestazione, da parte di professionisti abilitati, dell’efficacia degli interventi effettuati. (...)

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Sismabonus, l'affondo degli Architetti: bisogna precisare le attività di ogni categoria

ingenio-web.it
23 marzo 2017

Sismabonus e valutazione del rischio sismico: anche gli Architetti intervengono chiedendo a gran voce al MIT di precisare le attività che ogni categoria può svolgere

Dopo CNI e Fondazione Inarcassa, ecco gli Architetti. La serie di commenti critici dopo il varo del Correttivo al DM Sismabonus non si placa, con l'associazione presieduta da Giuseppe Capocchin (Cnappc) convinta che, nella versione 2.0, la genererica estensione delle competenze vada a discapito dei cittadini.

Per gli Architetti, quindi, "bisogna precisare quali attività relative al Sismabonus rientrino nelle competenze delle rispettive categorie professionali in modo da non lasciare adito a fraintendimenti o dubbi interpretativi”. (...)

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Terremoto, gli Architetti: “I cittadini pagheranno le conseguenze del Sisma Bonus”

meteoweb.eu
22 marzo 2017
Antonella Petris 

Una volta di più saranno i cittadini delle regioni colpite dal sisma a pagare le conseguenze delle modifiche apportate al ‘Sisma bonus’ relativo alla classificazione del rischio sismico delle costruzioni nonché alle modalità per l’attestazione, da parte di professionisti abilitati, dell’efficacia degli interventi effettuati”. Così Giuseppe Cappochin, presidente del Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori paesaggisti e conservatori. “La scomparsa del riferimento -spiega- ai titoli di studio in ingegneria o architettura necessari per esercitare queste prestazioni e di una chiara definizione delle professionalità deputate a volgerle, lasciano spazio a una generica estensione di competenze molto poco chiara e che causerà sicuramente controversie e contenziosi che saranno di intralcio alle attività di ricostruzione”. (...)

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Terremoto: architetti, cittadini pagheranno conseguenze 'Sisma bonus'

Adnkronos/Labitalia
22 marzo 2017

''Una volta di più saranno i cittadini delle regioni colpite dal sisma a pagare le conseguenze delle modifiche apportate al 'Sisma bonus' relativo alla classificazione del rischio sismico delle costruzioni nonché alle modalità per l'attestazione, da parte di professionisti abilitati, dell'efficacia degli interventi effettuati". Così Giuseppe Cappochin, presidente del Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori paesaggisti e conservatori.       

"La scomparsa del riferimento -spiega- ai titoli di studio in ingegneria o architettura necessari per esercitare queste prestazioni e di una chiara definizione delle professionalità deputate a volgerle, lasciano spazio a una generica estensione di competenze molto poco chiara e che causerà sicuramente controversie e contenziosi che saranno di intralcio alle attività di ricostruzione".       

''Stupisce -sottolinea- come non si tenga in alcun conto del 'principio regolatore' che deve sempre sovrintendere all'esercizio delle competenze dei vari ordini professionali e che, in ambito sismico, viene ribadito essere ispirato al pubblico e preminente interesse rivolto alla tutela della pubblica incolumità". "Migliorare -avverte Cappochin- la sicurezza statica o adeguare alla normativa vigente gli edifici esistenti in zona sismica richiede necessariamente valutazioni complesse sulle strutture e sulla loro risposta alle azioni sismiche, valutazioni che solo chi possiede adeguate competenze e professionalità, come architetti ed ingegneri può effettuare''.       

''E' quindi improcrastinabile -rimarca- varare una nuova e specifica normativa, precisando quali attività relative al 'Sisma bonus' rientrino nelle competenze delle rispettive categorie professionali per non lasciare adito a fraintendimenti e dare spazio a dubbi interpretativi".       

''Sia chiaro: questa posizione -ribadisce il presidente degli architetti italiani- non è espressione di una chiusura corporativa, ma è una diretta assunzione di responsabilità nei confronti dei cittadini colpiti dal terremoto, che guardano alla ricostruzione come a un fondamentale momento di ripartenza, e un preciso dovere di tutela dell'interesse pubblico''.

 

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