Corriere del Veneto - Verona
22 maggio 2016
Camilla Pisani

 

Un tempo ruolo d’élite, tra i più ambiti nel mondo del professionismo, oggi anche l’architetto si ritrova a fare i conti con ciò che resta di una crisi economica che ha lasciato in eredità un imperativo: reinventare il mestiere. Penalizzata dal tracollo del mercato dell’edilizia, la domanda dapprima scompare per poi riaffacciarsi, da pochi anni a questa parte, accompagnata al grande tema della sostenibilità, che apre una nuova partita nello scenario della professione. I giovani architetti ormai si formano all’estero, per lo più nel Nord Europa, in quei paesi pionieri della green economy dove tornano spesso per affinare competenze in fatto di materiali e modelli di progettazione intelligente che permettono il risparmio di risorse, ambientali ed economiche. Per trovarne degli esempi non serve citare archistar né andare lontano: dalla canapa al riso, dalla paglia al legno di recupero, anche Verona è costellata di professionisti e piccole realtà che fanno scuola realizzando complementi d’arredo, strutture e persino edifici abitabili da materie prime innovative e a basso impatto. 

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