la Repubblica 
10 marzo 2016
Anna Maria Liguori

 

Dal progetto alla ristrutturazione: ecco via web la casa chiavi in mano. È la rete a salvare gli architetti dalla crisi, con i team creativi che offrono servizi più diversi e le piattaforme che giocano sulla competizione, sorta di Uber per chi fa la proposta migliore. Il primo è stato CoContest. Grazie alla sua community di oltre 30mila architetti e interior designer online permette di ampliare esponenzialmente le scelte del committente. Quasi contemporaneamente è nato Houzz, altro marketplace (i marketplace sono i siti di intermediazione per la compravendita di un bene o di un servizio).

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Leopoldo Freyrie, presidente uscente del Consiglio nazionale degli architetti ha le idee chiare: «Il Consiglio è ricorso all’Antitrust e CoContest ha sistemato la piattaforma definendo chiaramente i ruoli e il prodotto. In ogni caso, rimane un’operazione che riguarda più l’immagine che la tecnica. La piattaforma però ha dei vantaggi: fa leva sul merito professionale che molto spesso in Italia viene negato, si mette in concorrenza il progetto e non il soggetto, cioè l’architetto. Poi ci sono i rischi. Controlli seri o s’imbrogliano i clienti: è indispensabile sapere se chi progetta è iscritto all’Albo Unico e può fornire quel servizio».

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