Corriere della Sera
12 febbraio 2016
Dario Di Vico

 

Si chiamano Houzz e Cocontest e sono le prime due piattaforme digitali, in gergo marketplace, che si rivolgono esplicitamente agli architetti avendo iniziato a intermediare offerta e domanda del lavoro di progettazione. (...)

Houzz ha sede a Palo Alto in California ed è stata fondata da Adì Tatarko e Alon Cohen e come recita il suo sito «aiuta architetti, designer e imprese edili a costruire il proprio brand, mettendoli in contatto con gli utenti». Secondo i dati forniti Houzz vanta 35 milioni di utenti unici mensili e fornisce una vetrina a un milione di professionisti nel mondo. In Italia siamo arrivati a 65 mila. Cocontest è addirittura una startup italiana creata da Federico Schiano e Alessandro Rossi che dopo contrasti con le associazioni di categoria si è trasferita nella Silicon Valley ricevendo menzioni e fondi. (...)

Al di là delle strategie commerciali delle singole piattaforme è interessante ragionare sugli effetti che possono avere su un mercato come quello italiano che, secondo l’indagine «sullo stato della professione di architetto» conclusa dal Cresme su commessa del Consiglio Nazionale proprio in questi giorni, vede il reddito medio dei 90 mila architetti italiani liberi professionisti rimanere sotto la quota di 17 mila euro (-41% rispetto al pre-crisi) come effetto di un business — quello della progettazione — che in 10 anni si è dimezzato. (...)

«È chiaro che l’arrivo delle piattaforme digitali crei condizioni e problemi nuovi — commenta Leopoldo Freyrie, presidente uscente del Consiglio nazionale degli architetti — innanzitutto in materia di compensi. Come fa una legislazione nazionale a imporre a un gigante come Amazon di rispettare le tariffe?». 

(...)

 

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