la Repubblica – Milano
2 febbraio 2016
Teresa Monestiroli

 

Qualunque sarà la nuova giunta per Valeria Bottelli, presidente dell’Ordine degli architetti, le priorità da affrontare con urgenza sono molto chiare. La prima è la riqualificazione delle aree dismesse degli scali ferroviari, «un’occasione da non perdere, fermata da diatribe puramente politiche, che va ripresa in mano al più presto»; la seconda è il post Expo, ancora tutto da definire, con un ritardo a suo parere ingiustificabile. «Siamo ormai in zona Cesarini – commenta -. Nel 2009 l’Ordine di Milano aveva organizzato una mostra sulle aree che hanno ospitato le ultime esposizioni per sottolineare l’importanza di guardare avanti, oltre l’evento. Nel 2015, sei anni dopo, l’abbiamo riproposta come nota d’allarme, seppur in senso positivo. Ora è arrivato il momento di decidere, ma di farlo bene, scegliendo progetti eccellenti e senza far ricorso come per Expo alle procedure d’emergenza: ci vuole trasparenza nelle procedure e rispetto della concorrenza». 

Nella lista dei temi caldi intorno ai quali oggi si confronteranno gli architetti seduti ai tavoli dei primi Stati generali dell’architettura – organizzati dall’Ordine alla Triennale - il presidente Bottelli inserisce anche il rilancio del «brand Milano, sempre più richiesto all’estero ma ancora frutto dell’intraprendenza dei singoli studi di architettura, richiesti dai committenti stranieri per le loro competenze non solo nel progetto, ma anche nell’interior design, e per la qualità delle imprese italiane con cui lavorano », e quello che lei chiama «il rammendo qualitativo della città ». «I progetti delle archistar sono i benvenuti – spiega -, ma sono solo singoli episodi: quello che manca a Milano è la bellezza diffusa, l’attenzione per i dettagli data dal lavoro di tutti i giorni degli architetti. Quegli interventi che facciano di una città un posto piacevole dove passeggiare: gli spazi pubblici, le aree verdi e quelle gioco, i condomini, le riqualificazioni in classe energetiche migliori degli edifici e così via. Gli architetti sono una professione di interesse pubblico che lavora per migliorare la qualità della vita di tutti: dobbiamo rifondare la cultura del valore della professione. Per la categoria un tema cruciale, visto che oggi veniamo spesso considerati un costo da tagliare, ma che ha delle ricadute forti sul tessuto urbano».

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