Corriere della Sera - Bergamo
7 marzo 2015
Donatella Tiraboschi

 

«L’architettura è un mestiere da uomini — diceva Gae Aulenti — ma ho sempre fatto finta di nulla». Per uscire da quel «nulla» che per tanto, troppo tempo ha nascosto il valore dell’architettura al femminile, anche un premio può significare molto. Ci ha pensato Italcementi, tre anni fa, con ArcVision Prize a sgretolare, a picconare questo antropocentrismo, al limite del maschilismo che nella professione dell’architetto ha dominato gran parte del Novecento. 

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La vincitrice della terza edizione, 21 partecipanti da ogni angolo del mondo, su giudizio insindacabile di una giuria tutta rosa — a cominciare dall’eccentrica archistar francese Odile Decq incorniciata in una nuvola di capelli neri e rossetto in nuance, e che è arrivata al verdetto solo ieri sera dopo due giorni di camera di consiglio — viene proprio dalla Svizzera. Angela Deuber, architetto in sintonia con il rigore e l’essenzialità della sua nazione, sostiene che l’architettura dovrebbe «nascere da un desiderio, da un pensiero e da un’idea, perché quando costruiamo in senso stretto, costruiamo in un senso più ampio, la nostra vita». La giuria l’ha messa sul gradino più alto del podio perché ha «saputo osare». Del resto basta guardare i suoi edifici, in particolare alla Scuola di Thal in Svizzera per rendersi conto che Deuber non ha paura di osare, anche perché il suo è un «tentativo di sfuggire all’alienazione di un’architettura diventata remota e aliena». 

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Costruire bene per vivere meglio. L’architettura donna di Angela

 

Corriere della Sera
7 marzo 2015
Roberta Scorranese

 

Nell’anno dell’Esposizione Universale a Milano, l’ arcVision Prize - Women and architecture , il premio di architettura dedicato alle donne (istituito dal gruppo Italcementi nel 2013) è andato a una quarantenne svizzera, bruna e minuta, che con fermezza sostiene: «Dovemmo tornare a considerare seriamente i confini fisici». È Angela Deuber, una che nei suoi progetti va a cercare la perfetta sincronia tra dentro e fuori, natura e artificio. L’annuncio è stato dato ieri, nell’Auditorium dell’i.lab, il centro ricerca e innovazione di Italcementi, a Bergamo. Raggiunta al telefono, Dauber ha sottolineato: «Mi auguro davvero che questo sia visto anche come un premio per incoraggiare un maggior numero di progettiste, ossia le mie colleghe, a fornire il loro contributo all’architettura in ogni parte del mondo». 

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Dall’Angola al padiglione Expo

Paula Nascimiento (Luanda, Angola, 1981) ha ricevuto il premio speciale di questa edizione. Insieme a Stefano Rabolli Pansera dirige il progetto Beyond Entropy Africa. Tra le altre cose, ha progettato il padiglione dell’Angola per Expo 2015.

 

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