“C’è un fiume di denari stanziati dall'Unione Europea e che rischiamo di dover restituire, perché l'apertura dei cantieri per la realizzazione di opere, i cui progetti sono esecutivi e definitivi, è bloccata dalle pastoie burocratiche. Considerati i tempi tecnici necessari agli adempimenti ed alla realizzazione dei lavori, è forte il pericolo di non riuscire a rispettare la scadenza del 2023 per la rendicontazione come indicato dagli organi comunitari. Si tratta di 300 milioni di euro destinati ad interventi per l'irrigazione e per la sistemazione del territorio e poi di altri 300 sempre per gli stessi obiettivi per i quali da mesi è attesa l'uscita dei bandi”. Così Francesco Vincenzi, presidente dell’ANBI.
“Qualità agroalimentare e salvaguardia idrogeologica concorrono a quel bene territorio, che il mondo ci invidia; eppure - aggiunge Massimo Gargano, direttore generale di Anbi - manca ancora  una legge nazionale contro l'eccessivo consumo di suolo dove, invece,  hanno già legiferato, in maniera autonoma, alcune Regioni”.
“L’obbiettivo del nostro impegno - conclude Gargano - è di contribuire, attraverso un nuovo modello di sviluppo, ad avvicinare le due Italie, rendendo più corto il divario fra Nord e Sud del Paese”.

 

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