Sono 600mila i posti di lavoro persi tra il 2008 e il 2017 nel comparto dell'edilizia. I Giovani imprenditori edili dell'Ance hanno parlato di "emorragia che stenta ad arrestarsi" nel corso del 19esimo convegno nazionale che si è tenuto a Napoli. Seicentomila occupati in meno, dunque, in larga parte concentrati tra i lavoratori alle dipendenze, che si sono ridotti di 428mila unità mentre per gli indipendenti il calo è stato di 139mila occupati. Nel 2017, i dati Ance sull'occupazione in generale nel settore continuano a essere negativi: -3% numero di ore lavorate, - 4% numero di imprese e -3,3% lavoratori iscritti.  Complessivamente, dal 2008, il numero di ore lavorate, di imprese e di operai iscritti si è dimezzato. Contrariamente a quanto rilevato dai dati Istat - secondo il rapporto illustrato dall'Ance - risultanti dalla rilevazione sulle forze di lavoro, indagine campionaria che considera sia occupati regolari sia  irregolari, che mostrano, per il 2017, un lieve aumento nel numero di occupati nel settore: +0,9%. La ripresa dell'occupazione nel settore registrata nel 2017 (+0,9%), coinvolge soprattutto il Mezzogiorno che segna un +2,8% di occupati rispetto al 2016, mentre nel Nord solo dello 0,2% e nel Centro addirittura -0,2%. La crescita registrata nel 2017 nel Sud non permette, però, di compensare i forti cali degli anni precedenti. Durante la crisi, il Mezzogiorno è stata l'area geografica più colpita, con il -35% di occupazione a fronte di un dato medio nazionale del -28%. Una spinta alla ripresa del Mezzogiorno arriverebbe da un uso  efficiente dei Fondi europei. Per quanto riguarda la programmazione 2014-2020, a fronte di una dotazione dei Fondi strutturali pari a circa 51 miliardi di euro, a fine 2017 sono stati spesi solo il 5,6% contro una media europea del 10,5%. I lavoratori nelle costruzioni rappresentano il 6,1% della forza lavoro complessivamente impiegata nell'intero sistema economico nazionale ed oltre il 23% di quella occupata in tutto  il settore industriale.

 

Mappa del sito