"Nella parte conclusiva del Rapporto abbiamo dato delle indicazioni che devono essere intese come direttrici di lavoro assolutamente non esaustive, perché sarebbe presuntuoso sostenere che in un anno di lavoro si possa avere un quadro completo del problema e addirittura indicare il dettaglio delle soluzioni". Lo ha detto Andrea Causin, presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle periferie, illustrando a "Radio anch'io" (Rai Radio 1) l'azione della Commissione. "Tuttavia - ha sottolineato Causin - abbiamo indicato come una possibile soluzione la creazione di un'autorità unica rispetto al tema degli investimenti che il governo e gli enti locali fanno nelle periferie. Abbiamo, infatti, riscontrato l'inefficacia e una dispersione di risorse enorme rispetto agli obiettivi che erano stati dati, ad esempio nel 'bando periferie'". "Nel definire il concetto di periferia - ha continuato – non abbiamo considerato il solo criterio geografico. Infatti, prima del nostro Rapporto le periferie venivano definite come le aree diverse e lontane dai centri storici delle città, per noi, invece, la periferia è quel luogo dove sussistono le maggiori criticità sociali, dove i servizi sono di serie b, dove esistono oggettive situazioni di degrado del patrimonio pubblico e privato. Queste condizioni - ha aggiunto Causin - non le abbiamo riscontrate solamente nelle aree limitrofe ai centri storici ma paradossalmente in alcune città come Palermo e Genova, sussistono proprio in zone centrali. L'Istat, che abbiamo audito più volte, stima che le persone che si trovano a vivere in queste condizioni sono circa 15 milioni, quindi si tratta di un tema centrale per il futuro della nostra democrazia", ha concluso.

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