Il Sole 24Ore  - Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio 
7 dicembre 2015
Guido Inzaghi e Simone Pisani

 

Non solo edifici storici e di pregio: i vincoli culturali possono gravare in modo automatico (e poco evidente) anche su immobili “ordinari”, semplicemente perché costruiti più di 70 anni fa e di proprietà, ad esempio, di una fondazione o di una Onlus.  Dunque, anche sugli edifici privati (a determinate condizioni) possono scattare tutele rafforzate previste dal Codice dei beni culturali.

Il nostro ordinamento prevede una serie di vincoli che, a vario titolo, possono incidere sul diritto di proprietà, limitando o inibendo l’edificazione e lo svolgimento di lavorazioni edilizie.

Tra i più noti, si ricordano i vincoli di carattere paesaggistico, i vincoli culturali derivanti da dichiarazione espressa di interesse e i vincoli di carattere sovranazionale derivanti dall’inclusione di determinate aree o immobili nella lista del patrimonio dell’umanità (Unesco world heritage List). Altre limitazioni possono poi derivare dall’inclusione degli immobili all’interno delle cosiddette fasce di rispetto, ossia dalla contiguità del bene con determinate infrastrutture: aeroporti, strade, cimiteri o pozzi.

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Immobili vincolati/2 - Nulla osta anche se la tutela è automatica

Anche per i lavori sugli immobili vincolati in modo automatico perché di proprietà di enti no profit è sempre richiesta l’autorizzazione della Sovrintendenza, che deve essere rilasciata entro 120 giorni. Il nullaosta al progetto dura cinque anni

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