“Il mercato è fortemente cambiato. La domanda si è dimezzata rispetto al 2006 e sugli attuali livelli si stabilizzerà  nei prossimi anni: i permessi di costruire sono tornati ai livelli del 1936. Le imprese sono, dunque, consapevoli che si debba intervenire sul costruito, andando a intercettare una domanda che e' sempre più selettiva ed esigente".

Così  il presidente dell'Ance, Claudio De Albertis, ha commentato l'approvazione in commissione Ambiente della Camera del ddl sul consumo di suolo. 

"Il provvedimento approvato contiene principi che sono coerenti con questi obiettivi, però deve avere più coraggio: ci vogliono strumenti operativi che consentano di realizzare interventi di vera rigenerazione urbana", sottolinea il presidente Ance che spiega: "E' dagli anni '70 che ci riempiamo la bocca con il termine di rigenerazione delle città e poi non siamo stati in grado di fare nulla in tal senso, anche a causa di posizioni fortemente ideologiche che hanno frenato il processo". E' ora che ognuno faccia la propria parte.

"Le imprese finora non avevano alcuna convenienza a intervenire sul patrimonio esistente, perché i tempi legati all'iter urbanistico-edilizio per rimettere mano a un vecchio edificio erano enormemente svantaggiosi rispetto a quelli necessari a costruirne uno nuovo e comportavano oneri finanziari insopportabili". Ora qualcosa sta cambiando, sottolinea De Albertis, "ma si può  e si deve fare molto più, non solo in termini di strumentazione urbanistica, ma anche predisponendo adeguate leve fiscali che promuovano la sostituzione edilizia e di conseguenza l'efficientamento energetico". "Oggi tra l'altro assistiamo a una forte volontà delle famiglie di tornare a vivere nelle città costruite, capaci di offrire un modello di qualità della vita più soddisfacente e attrattivo". Quindi, conclude il Presidente dei costruttori, "e' interesse primario delle imprese intercettare questi flussi di domanda”.

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