L’accusa degli architetti è precisa e circostanziata: gli ingegneri  stanno tentando di aggirare quanto sancito dal Consiglio di Stato nella sentenza 21/2014, con la quale è stato rigettato il ricorso presentato da alcuni Ordini locali per consentire anche a quella figura professionale la possibilità di svolgere l’attività di direzione dei lavori sugli immobili vincolati di rilevante carattere storico e artistico. Una richiesta che viene argomentata sostenendo che l’attività di direzione dei lavori possa essere ricondotta a  mero rilievo tecnico e quindi, in quanto tale, esercitabile dagli ingegneri.

La dura presa di posizione del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti  e Conservatori  è contenuta in una lettera inviata al capo di Gabinetto del Mibact  nella quale viene sottolineato come “non corrisponda al vero che gli ingegneri possono avere un ruolo nella ‘parte tecnica’ degli edifici vincolati” e stigmatizzato “l’ennesimo tentativo di voler aggirare la tematica delle competenze professionali”.

Nella lettera - nella quale il Consiglio Nazionale degli Architetti manifesta biasimo e riprovazione per il tentativo messo in atto dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri  - viene anche sottolineata la necessità che il Ministero si faccia promotore  di un confronto al fine di una verifica congiunta (ingegneri ed architetti) sulla tematica delle competenze professionali poiché  la sentenza 21/2014 è stata estremamente chiara sulla "parte tecnica" degli immobili vincolati.

 

Roma, 23 novembre 2016

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