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"Città squallide, architetti sveglia"

 
Testata:
La Stampa
 
Data:
01-07-2008
 
Autore:
Giovanna Favro
 
 
Brutta. Di più. «Disumana», «squallida», «tanto deprimente da far ammalare chi ci vive e chi ci passa davanti». Addirittura: «Mostruosa». E' sonora e senza appello, la bocciatura che il ministro per i Beni culturali Sandro Bondi riserva all'architettura contemporanea italiana. La affonda tutta intera, perché non parla soltanto delle periferie degradate: «Quasi tutti gli edifici che hanno meno di 60 anni ci appaiono brutti, banali e insignificanti. Non dico che non esistano realizzazioni spettacolari anche nell'architettura moderna: ma sono troppo rare, in un mare di disperante squallore». Bondi ha buttato a mare milioni di chiese e palazzi aprendo, ieri mattina a Torino, la XXIIIª edizione del Congresso mondiale degli architetti, cui sono iscritti 8 mila specialisti di tutto il mondo, giunti «anche dall'Iran e dalla Cina, (...)

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Solo il 4 per cento di quel che è stato costruito in Italia nel dopoguerra porta la firma di un architetto»: così Leopoldo Freyrie, relatore generale al summit di Torino, respinge al mittente le accuse del ministro Bondi. «E' vero che l'edilizia diffusa del nostro Pease è pessima, ma la colpa non è certo degli architetti. Peraltro in quegli anni si costruiva sotto un'emergenza, e il risultato sono edifici che oggi nel 70% dei casi sarebbero da abbattere, oltre che per motivi estetici per motivi energetici: riscardarli costa un'enormità. Oggi si tratta di rottamare l'edilizia e sostituirla con l'architettura».
(...)
 
 
 
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