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  Parigi addio, la festa è in provincia  

Parigi addio, la festa è in provincia

 

La rivincita della periferia

Testata:
La Stampa
 
Data:
19-05-2008
 
Autore:
Domenico Quirico
 
 
Basta guardare la carta geografica: la Francia è fatta in modo tale che le sue strade, le sue linee ferroviarie e aeree convergano tutte verso Parigi. Come, da generazioni, i desideri di fortuna di gloria e d'amore dei suoi abitanti: un bel giorno, come d'Artagnan o Rastignac, ci si mette in cammino verso la capitale con la speranza di riuscire. Per staccare il passaporto di notabile non si può seguir altra strada, bisogna superare i boulevards des Maréchaux. Vige la «provincialità», quasi reincarnazione di un'idea platonica, con il dominio di alcuni idoli, il buon affare, il buon letto, la buona tavola.
Da sempre i parigini hanno vissuto nella certezza che in «provincia», pardon nelle «regioni» come si dice per non offendere, ci si annoi. Sedimentazioni di réportages hanno descritto città e cittadine come luoghi dove tutti sanno tutto di tutti, ogni cosa si conserva come in un grande ripostiglio, non si muove niente, lisce e chiuse come uova.
(...)
La popolazione delle città con meno di diecimila abitanti è più che raddoppiata dal 2000. Con lei anche l'economia si sposta: diciassettemila imprese hanno lasciato la regione parigina negli ultimi anni per raggiungere sedi decentrate nell'Exagone. E' l'ora di scoperte singolari. L'area in cui negli ultimi quindici anni l'impiego è più cresciuto non è l'Ile-de-France, ma la Vandea, un tempo nota per le tenaci rigatterie dei suoi «chouans». Si emigra perché rende: un'impresa con un migliaio di dipendenti e una cifra d'affari di 300 milioni di euro trasferita nella regione di Lione conteggia per la sola voce affitti un risparmio di 300 mila euro l'anno. (...)
Di più: le città di provincia diventano opere d'arte, slogan della modernità, richiamano i grandi dell'architettura da tutto il mondo. Lione ha arruolato Renzo Piano per l'anfiteatro della Cité Internationale e per il Musée des Confluences si affida all'austriaco Coop Himmelblau. E Saint-Etienne per il suo Zénith ha chiamato Norman Foster.

 
 
 

 

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