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Vincolo per il Marchiondi, ma è occupato dai clandestini

 
Testata:
Corriere della Sera
 
Data:
16-05-2008
 
Autore:
Armando Stella
 
 
C'era un labile diritto d'autore. Ora c'è un forte vincolo monumentale. L'istituto Marchiondi come il Cenacolo. Un palazzo- museo. Salvaguardato. Non può più essere stravolto, né demolito. La Direzione regionale ai beni culturali ha rafforzato lo strumento di tutela sul complesso di edifici costruito nel 1953 in via Noale, a Baggio, per «rieducare ragazzi difficili e caratteriali », capolavoro della corrente brutalista firmato dall'architetto milanese Vittoriano Viganò. È un vincolo, non un lucchetto. Quello è saltato da tempo. Nel Marchiondi vive oggi una colonia di immigrati, perlopiù rom. Gli ultimi sono sciamati qui dopo lo sgombero di via Bovisasca. Una ventina di famiglie.
Gli americani hanno il modellino plastico e l'hanno esposto al Mo.Ma. Il Comune proprietario l'ha abbandonato da anni. I turisti si fanno accompagnare in visita dai ghisa e stanno fuori, ché il mostro edilizio citato nei libri è off limits. Ci stanno adulti e bambini, cumuli di rifiuti, frigoriferi, materassi, madonne e poster di calciatori. Si entra da un buco nella rete, al muro di cinta sono stati tolti due mattoni. Si solleva meglio la spesa.
Non si fa manutenzione da trent'anni, qui. Casca il tetto e barcollano i cornicioni. Il vincolo monumentale (firmato a fine aprile dal direttore Gino Famiglietti e ieri ufficializzato) è «un'occasione», per dirle col soprintendente Alberto Artioli: «Oltre ai grattacieli, l'Expo consente il recupero di uno dei più importanti edifici del '900 milanese ». Il nuovo vincolo consente «solo interventi attenti, ma ci sono margini di operatività». Il Comune ha un accordo col Politecnico per farne residenze universitarie. Gli abusivi non si fidano di nessuno: «Via da qui, volete farci sgomberare?».

 
 
 
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