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Fermate gli «architetti del brutto»

 

«Il moderno è nichilista». Ma Botta e Fuksas: nostalgie prive di senso

Testata:
Corriere della Sera
 
Data:
25-03-2008
 
Autore:
Pierluigi Panza
 
 
Due giornali dell'area neocon, Il Foglio e Il Domenicale hanno lanciato nel giorno di Pasqua una «crociata» contro il brutto e il disumano dell'architettura contemporanea.
Su Il Foglio, il conservatore inglese Roger Scruton ha polemizzato contro l'architettura Razionalista e Decostruzionista (del tutto ignorando che la seconda è una risposta critica alla prima) di «archistar » come Libeskind, Gehry, Foster e Piano che «hanno costruito edifici brutti e inospitali, corpi estranei al tessuto urbano». La radice di questi architetti «egomani» va cercata, per Scruton, in Le Corbusier; il quale sarebbe anche con-causa - con i suoi progetti per Algeri, che hanno ignorato i bisogni sociali e religiosi della popolazione - dell' «attacco alle Torri gemelle» come «gesto di rancore a lungo covato contro il modernismo che ha sfigurato le città mediorientali». La risposta a questo «frutto avvelenato» che è il «moderno» nel suo insieme, fortunatamente non viene indicata nel «ritorno al classico» o nel già noto «ritorno all'ordine », ma in altrettanto discutibili «principi universali e intuitivi», come quelli di «Gaudì a Barcellona ».
Ancora più radicale la tesi espressa dal teorico dell'architettura americano di origine greca Nikos A. Salingaros su Il Domenicale. «Una visione del mondo utopica e totalitaria» sarebbe in atto, secondo Salingaros, per «purgare le città da qualsiasi riferimento alla storia e alla natura umana, progettando spazi e superfici vuoti, muti», espressioni solo del nichilismo contemporaneo. Per Salingaros il culto nichilista, del quale è espressione l'architettura decostruzionista - per intendersi quella dei tre grattacieli di Libeskind, (Isozaki) e Hadid sulla ex Fiera di Milano -, «ha compiuto un vero e proprio colpo di Stato per mezzo dei media».
(...)
«Periodicamente ritornano nostalgie di un passato impossibile - racconta Mario Botta -: è come se chiedessimo alle automobili di presentarsi come carrozze trainate da cavalli. È cambiata la produzione nel mondo, e l'architettura è il riflesso della società. Questi critici tornano a casa in auto o a cavallo? Quanto alle nuove chiese, se Salingaros le avesse visitate avrebbe avuto una reazione opposta. Non possiamo gettare Le Corbusier e Alvar Aalto all'inferno perché hanno costruito chiese che hanno instaurato un processo fertile di nuova bellezza ». «Non ho ben capito il tono di queste crociate - aggiunge Massimiliano Fuksas da Hong Kong - se uno copia Gaudì e Michelangelo è un umanista e se uno fa dell'architettura Hi-tech o decostruzionista è antiumanista? Per fortuna c'è libertà, democrazia. Il mondo dell'architettura cerca di trovare risposte a problemi globali, come quello delle risorse, del contenimento delle emissioni e della crescita demografica. Nessuno vuole costruire contro l'uomo: l'architettura non si risolve in una grammatica stilistica».
(...)

su Il Domenicale del 23 marzo 2008
C'era una volta il bello di Nikos A. Salingaros
Una visione del mondo utopica e totalitaria mira a purgare le città e la cultura da qualsiasi riferimento alla storia e alla natura umana. Progetta spazi e superfici vuoti, muti. E perfino la Chiesa finanzia edifici che preannunciano la sua scomparsa. Come e perché gli architetti hanno deciso di costruire solo cose brutte e disumane.
(...)

 
 
 
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