salta ai contenuti
 
CNAPPC
 

Urbanistica: Bologna "stop a frenesia del mattone"

 
Anche Bologna e' stata investita da "una frenesia edificatoria che ha prodotto ben più  di quanto la domanda potesse assorbire". E' il 'verdetto' a cui arriva un gruppo di ricercatori del dipartimento di Scienze Geografiche dell'Università di Bologna dopo aver condotto un'indagine sulla città e le sue periferie. Hanno registrato un vistoso calo delle compravendite e dei valori immobiliari, che "inevitabilmente pesa sull'economia locale e aggiunge elementi di squilibrio alla crisi generale", spiega Paola Bonora, docente di Scienze geografiche. I dati a supporto di questa tesi parlano chiaro: secondo l'Omi (Osservatorio Mercato Immobiliare della Agenzia del Territorio), dal primo semestre del 2008 al primo del 2009 c'e' stato un calo delle compravendite del 12,7% nel Comune di Bologna e del 22% nel resto della provincia (il peggior dato nazionale). La tesi e' che se si costruisce troppo, e lo si fa senza guardare alle esigenze dei cittadini, alla fine molti immobili rimangono invenduti e che, quindi, questi si svalutano.
Ma non sono solo questi i problemi su cui si concentra l'indagine: un altro aspetto rilevato dai ricercatori e' che non c'e' controllo urbanistico in questa rapida espansione edilizia. C'e' invece "una prospettiva che vede gli effetti perversi della dilatazione". Una crescita incontrollata che e' stata chiamata "sprawl". Ovvero: "incremento della mobilità , cannibalizzazione della campagna, snaturamento dei paesaggi", elenca l'architetto Pier Luigi Cervellati. Inoltre, la "fuga verso la periferia" da parte degli abitanti ha avuto come conseguenza che "il centro storico assomiglia ad un centro commerciale. Ecco spiegato perchè nei giorni festivi il centro si riempie di persone", aggiunge Cervellati.
 
 
Area Riservata
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
torna ai contenuti torna all'inizio